Il soprabito di stelle è uno dei miei primi interventi di visible mending, forse quello a cui sono più legata, anche per la storia che questo capo porta con sé.
Un paio di anni fa ero nel negozio vintage di un’amica. Mi mostra questo soprabito in crepe di lana double, bordeaux scuro, l’etichetta porta il nome di uno dei tanti atelier torinesi del dopoguerra.
Lo guardo attentamente alla luce naturale, tessuto meraviglioso, ottima fattura, purtroppo è disseminato di minuscoli buchi, dunque invendibile.
La mia amica contatta la proprietaria del soprabito per restituirglielo.
Il tempo passa e il soprabito non viene ritirato, è sempre lì, nel negozio vintage, ad attendere che qualcuno se ne occupi. Nel frattempo la proprietaria viene a mancare e la mia amica me lo affida dicendomi: tu sai cosa farne.
L’idea mi è venuta all’istante: ho immaginato di riempire ogni piccolo buco con un filo di lamé dorato. Avevo tempo, non avevo nessuna scadenza per ricamare quel piccolo firmamento. Così ho iniziato a rammendare e, seguendo il percorso che le tarme avevano creato naturalmente nel tempo, ho riempito ogni buco.
Tra le mie mani stava emergendo ciò che avevo solo immaginato, un firmamento di stelle. Il risultato è sorprendente e bellissimo: un soprabito nuovo, di linea attuale e portabile anche dopo 60 anni.
Rammendavo e immaginavo la figura della sarta che lo aveva ideato e realizzato per una signora a me sconosciuta.
Accogliere, riparare e custodire un capo che è appartenuto a qualcun altro mi ha sempre affascinata, è come raccogliere una testimonianza, un gesto di rispetto verso uno sconosciuto di cui ora conservo tra le mani un prezioso ricordo.
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